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  • Immagine del redattorePietro Alberto Paolo Signor

CAPRICORNO-"Saturno è il pianeta della morte e si esalta nel Capricorno."



L'Essere, l'Intimo, la Monade, ha due anime: la prima è l'anima spirituale, la Beatrice di Dante, la bella Elena, la Sulammita del saggio Salomone, l'ineffabile sposa adorabile, il Buddhi della Teosofia; la seconda è l'anima umana, il principio causale, il nobile sposo, il Manas Superiore della Teosofia.


Per quanto possa sembrare strano, mentre l'anima umana lavora l'anima spirituale gioca.


Adamo ed Eva si integrano dentro la Monade, con un valore cabalistico uguale a “10”, il quale ci ricorda “IO”, ovverosia le due vocali: iiiiiii… ooooooo…


L'unione sacratissima dell'eterno maschile con l'eterno femminile, l'integrazione dei contrari dentro la Monade essenziale e divina.


La divina Triade Atman-Buddhi-Manas —l'Essere—, come abbiamo già detto e ripetiamo ancora, non nasce, non muore e non si reincarna negli animali intellettuali comuni e correnti.


Senz’alcun dubbio possiamo e dobbiamo affermare che dentro i corpi lunari abita soltanto una frazione dell'anima umana; questa è l'essenza, il materiale psichico per elaborare l'anima, per sviluppare l'anima umana e di conseguenza l'anima spirituale.


La Monade, l'Essere, crea, fabbrica e sviluppa le sue due anime e queste devono servirlo ed ubbidirlo.


Dobbiamo distinguere tra Monade e anima: una Monade —vale a dire uno spirito— si è; un'anima si ha.


Si distingua tra la Monade di un mondo e l'anima di un mondo, tra la Monade di un uomo e l'anima di un uomo, tra la Monade di una formica e l'anima di una formica.


L'organismo umano è in ultima sintesi composto da bilioni e trilioni di infinitesimali Monadi.


Esistono varie classi ed ordini di elementi primari di ogni esistenza, di ogni organismo, una sorta di germi di tutti i feno-meni della natura.


Questi possiamo chiamarli “Monadi”, utilizzando il termine di Leibniz, in mancanza di un altro più espressivo per indicare la semplicità della più elementale delle esistenze.


Ad ognuno di questi germi o “Monadi” corrisponde un atomo come veicolo di azione.


Le Monadi si attraggono, si combinano, si trasformano, dando forma ad ogni microrganismo, ad ogni organismo, ad ogni mondo, ecc.


Tra le Monadi vi sono delle gerarchie: le Monadi inferiori devono ubbidire a quelle superiori; questa è la Legge.


Le Monadi inferiori appartengono a quelle superiori.


Tutti i trilioni di Monadi che animano l'organismo umano devono obbedire al padrone, al capo, alla Monade principale.


La Monade regolatrice, quella primordiale, permette l'attività di tutte le sue Monadi subordinate dentro l'organismo umano, fino al momento segnato dalla Legge del Karma.


Quando i bilioni o trilioni di Monadi —o germi vitali— abbandonano il corpo fisico, allora la morte è inevitabile.


Le Monadi in se stesse sono indistruttibili: abbandonano le loro antiche connessioni per realizzarne in breve delle altre nuove.


Il ritorno in questo mondo, il reingresso, la reincorporazione sarebbero impossibili senza il lavoro delle Monadi.


Esse ricostruiscono nuove cellule con le proprie percezioni e sensazioni: nuovi organismi.


Quando la Monade primordiale è totalmente sviluppata, può darsi il lusso di utilizzare i suoi trilioni di Monadi per creare un mondo, un sole, una cometa, e convertirsi quindi in una Monade regolatrice di un qualsiasi astro… ma queste sono già cose da Dèi.


Le Monadi, o germi vitali, non sono esclusive dell'organismo fisico: dentro gli atomi dei corpi interni esistono imprigionati molti ordini e categorie di Monadi viventi.


L'esistenza di qualsiasi corpo, fisico o soprasensibile che sia, angelico o diabolico, solare o lunare, ha come fondamento i bilioni e trilioni di Monadi.


L'ego lunare è in se stesso un insieme di atomi del nemico segreto.


Purtroppo dentro questi atomi sono imprigionate le Monadi o germi vitali.


Adesso possiamo comprendere perché la scienza occulta dice: «Il Demonio è Dio all'inverso».


Ad ogni atomo corrisponde un germe vitale, una Monade.


Tutte le infinite modificazioni, le innumerevoli trasformazioni, sono il risultato delle svariate combinazioni delle Monadi.


La natura deposita nei tre cervelli dell'essere umano un certo capitale di valori vitali che, una volta esauriti, rendono la morte inevitabile.


I tre cervelli sono: 1) Centro Intellettuale. 2) Centro Emozionale. 3) Centro del Movimento.


Dopo la morte del corpo fisico, l'ego, vestito con i corpi lunari, permane nel mondo molecolare.


Tre cose vanno al cimitero, nel sepolcro: 1) il corpo fisico, 2) il corpo vitale, 3) la personalità.


Il corpo vitale fluttua vicino al sepolcro e va disintegrandosi di pari passo alla disintegrazione del corpo fisico, man mano che le sue Monadi si liberano.


La personalità si trova nel sepolcro, però esce quando qualcuno le porta dei fiori, quando qualche addolorato la visita: deambula allora nel cimitero e torna poi nel suo sepolcro.


La personalità ha un principio ed una fine, va disintegrandosi lentamente nel cimitero.


Proserpina, la regina degli Inferi, è anche Ecate, la benedetta Dea Madre Morte, sotto la cui direzione lavorano gli Angeli della Morte.


La Madre Spazio, trasfigurata in Madre Morte, ama con infinito affetto i suoi figli e perciò li porta via.


Gli Angeli della Morte, mentre lavorano, indossano i loro abiti funebri, assumono una figura spettrale, impugnano la falce e con essa recidono il cordone d'argento che collega i corpi interni al corpo fisico.


Gli Angeli della Morte tagliano il filo della vita e portano l'ego fuori dal corpo fisico.


Gli Angeli della Morte sono molto saggi e si muovono sotto il raggio di Saturno.


Gli Angeli della Morte non solo conoscono ciò che riguarda la comune morte del corpo fisico; questi ministri della Morte sono, inoltre, profondamente saggi su tutto ciò che riguarda la morte dell'io pluralizzato.


Dopo la morte del corpo, il disincarnato cade in uno stato di svenimento che dura tre giorni e mezzo.


Il Libro Tibetano dei Morti dice: “Sei rimasto svenuto durante gli ultimi tre giorni e mezzo.


Appena ti riprenderai da questo svenimento avrai il pensiero: «Cosa è successo?», giacché in quel momento tutto il Samsara [l'universo fenomenico] sarà in rivoluzione”.


Il valore cabalistico dell'ego è novantasei; questo è il numero di Tiphon, la mente senza spiritualità.


L'ego si porta la mondanità oltre il sepolcro del corpo fisico, quindi la visione retrospettiva della vita appena realizzata è qualcosa di terribile.


Dopo il grande svenimento dei tre giorni e mezzo, i defunti devono rivivere lentamente a ritroso tutta la vita che hanno ap-pena trascorso.


Il concetto del tempo è qualcosa di molto importante in questo lavoro di visione retrospettiva della vita appena compiuta, o visione a ritroso del Samsara.


Negli Inferi tutte le scale del tempo sono minerali, spaven-tosamente lente ed oscillano tra gli 80.000, gli 8.000, gli 800 e gli 80 anni.


In questa regione cellulare nella quale viviamo la gestazione dura dieci mesi lunari, l'infanzia cento mesi lunari, la vita pressappoco mille mesi lunari.


Nel mondo molecolare si possono misurare gli avvenimenti con la scala temporale che va da un mese a quaranta minuti.


Nel mondo elettronico la scala del tempo oscilla tra quaranta minuti e due secondi e mezzo.


Nell'istante della morte e durante i tre giorni e mezzo seguenti, la visione retrospettiva del Samsara (la vita appena trascorsa) è di tipo elettronico; perciò ogni avvenimento si può misurare col metro del tempo elettronico.


La visione retrospettiva del Samsara nel mondo molecolare è meno veloce e perciò ogni avvenimento si misura col metro del tempo molecolare.


Prima che nascessimo in questa valle di lacrime l'Intimo, la Monade, l'Essere con le sue due anime, dimorava nella Via Lat-tea e, perfino durante la vita del corpo fisico quaggiù, Egli con-tinua a vivere tra le stelle.


Dopo la morte, la cosa fondamentale per l'essenza è raggiungere lo stato buddhico relativo e la liberazione intermedia; questo, per l'embrione di anima che abbiamo dentro, è possibile soltanto ascendendo al mondo elettronico.


È urgente sapere che nel mondo elettronico vive la nostra divina Triade immortale, il nostro Essere, il nostro Buddha.


Unirsi alla Triade immortale dopo la morte, essere tutt’uno con essa, significa di fatto trasformarsi in un Buddha relativo, raggiungere la liberazione intermedia e godere di una bella va-canza prima di ritornare ad un nuovo organismo umano.


Se al momento supremo della morte, la “chiara luce pri-mordiale” è stata debitamente riconosciuta dal defunto, è chiaro segno che ha raggiunto la liberazione intermedia.


Se invece al momento supremo della morte, il defunto per-cepisce solo la “chiara luce secondaria”, è segno che dovrà lotta-re molto per raggiungere lo stato buddhico relativo.


La cosa difficile per l'essenza è “disimbottigliarsi”, scappare dalla sua prigione, uscire dai corpi lunari, abbandonare l'io pluralizzato; su quest’aspetto il karma di ognuno è determinante.


Quando il defunto ha rivissuto a ritroso l’intera vita appena terminata, allora deve presentarsi davanti ai tribunali del Karma per essere giudicato.


La leggenda di Zoroastro dice: “Colui, le cui buone azioni eccedono di tre grammi il suo peccato, va in cielo; colui il cui peccato è maggiore, all'inferno; mentre colui per il quale en-trambi sono uguali rimane nell'Hamistikan fino al futuro corpo o alla resurrezione”.


Oggigiorno, in questi tempi di perversione e di crudo mate-rialismo ateo, la maggior parte dei disincarnati entra, dopo il Giudizio, nel regno minerale sommerso, negli Inferi.


Sono anche molti i milioni che entrano in una nuova matrice in modo immediato o mediato, senza essersi potuti dare il lusso di alcuna vacanza nei mondi superiori.


Certamente il processo di selezione esiste in tutta la natura e sono pochi coloro che ottengono la liberazione intermedia e lo stato buddhico relativo.


I disincarnati entrano nell'eternità sotto l'influenza della Luna ed escono dall'eternità attraverso la porta della Luna.


Abbiamo già visto nella lezione del Cancro che l’intera vita di ogni persona avviene sotto le influenze della Luna, di Mercurio, di Venere, del Sole, di Marte, di Giove e di Saturno, chiudendosi infine con il sigillo lunare.


Realmente la Luna ci porta e la Luna ci riporta, e i sette tipi di vibrazioni planetarie, nel loro ordine classico indicato, si ripetono anche dopo la morte, perché “com'è in alto così è in basso”.


Le essenze che dopo essere state giudicate avranno il diritto alla liberazione intermedia e allo stato buddhico relativo necessitano di un tipo di estasi molto speciale e di un retto sforzo costante per disimbottigliarsi, per andar via dai corpi lunari e dall'ego.


Fortunatamente diversi gruppi di Maestri assistono i disincarnati e li aiutano in questo lavoro con i raggi della Grazia.


Così come in questo mondo cellulare nel quale viviamo esistono repubbliche, regni, presidenti, re, governatori, ecc., anche nel mondo molecolare esistono molti paradisi, regioni o regni dove le essenze godono stati indescrivibili di felicità.


I disincarnati possono entrare nei regni della felicità paradisiaca, come sono, ad esempio, il Regno della Densa Concentrazione, il Regno dei Capelli Lunghi (Vahrapani) e il Vihara illuminato della Radiazione del Loto (Padma Sambhava).


I disincarnati che camminano verso la liberazione intermedia devono aiutare se stessi, concentrando la mente in uno qualsiasi di questi regni del mondo molecolare.


È davvero molto doloroso vagare di vita in vita, errare nell’orribile cloaca del Samsara senza godere dello stato buddhico e della liberazione intermedia.


Esistono regni d'inconcepibile felicità dove il disincarnato deve sforzarsi per entrare; ricordiamo il Regno Felice dell'Ovest, governato dal Buddha Amitabha.


Ricordiamo pure il Regno di Maitreya, i Cieli di Tushita.


In questo regno di suprema felicità possono entrare anche i disincarnati che camminano verso il mondo elettronico.


I disincarnati devono pregare molto il Grande Compassionevole e la sua Triade Divina, saldi nei loro propositi, senza lasciarsi sviare da niente, se è vero che non vogliono cadere in una nuova matrice senza aver goduto dello stato buddhico intermedio nel mondo degli elettroni liberi.


Dopo essere passati attraverso i paradisi molecolari, la felicità nelle regioni elettroniche —la liberazione intermedia— è qualcosa d'impossibile da descriversi con parole umane.


I Buddha viaggiano attraverso l'inalterabile infinito tra le indescrivibili sinfonie dei mondi che palpitano nel seno della Madre Spazio.


Tuttavia ogni premio, ogni capitale si esaurisce.


Quando il dharma della felicità termina, il ritorno ad una nuova matrice è allora inevitabile.


L'essenza perde l'estasi attratta dall'ego lunare e, ormai nuovamente imbottigliata nei corpi lunari, ritorna ad una nuova matrice.


L'istante in cui l'essenza perde l'estasi è quello in cui torna a separarsi dal suo Buddha intimo, per rimanere imbottigliata nei corpi lunari e nell'ego pluralizzato.


Il ritorno ad una nuova matrice si realizza in accordo con la Legge del Karma.


L'ego continuerà nei discendenti provenenti dal passato o dalle passate esistenze.


Le Monadi del passato corpo fisico hanno il potere di riunire atomi e molecole e di ricostruire cellule ed organi.


Così torniamo in questo mondo cellulare vestiti di un nuovo corpo fisico.


Il povero animale intellettuale inizia la sua vita in questo mondo come una semplice cellula originale, soggetta al veloce tempo delle cellule, e termina intorno ai settanta-ottant'anni, o qualcosa di più, carico di ricordi e di esperienze di ogni tipo.


Urge sapere che anche nel processo di reingresso o ritorno si realizza una qualche selezione.


L'ego è una somma di piccoli “io”, ma non tutti questi piccoli “io” ritornano in un nuovo organismo umano.


L'ego è una somma di entità diverse, distinte, senz’alcun tipo di ordine, e non tutte queste entità ritornano in un nuovo or-ganismo umano; molte di esse si reincorporano in corpi di caval-li, cani, gatti, maiali, ecc.


Una volta, mentre il Maestro Pitagora passeggiava con un amico, quest'ultimo picchiò un cane.


Il Maestro lo riprese dicendo: «Non lo picchiare, perché nel suo latrato dolente ho riconosciuto la voce di un mio amico defunto».


È ovvio che, giunti a questo punto del nostro presente capitolo, i fanatici del dogma dell'evoluzione sputeranno contro di noi tutta la loro bava diffamatoria e protesteranno dicendo: «L'ego non può retrocedere, tutto evolve, tutto deve arrivare alla perfezione», ecc.


Questi fanatici ignorano che l'ego è una somma di piccoli “io” animali e che il simile attrae il proprio simile.


Questi fanatici ignorano che l'ego non ha niente di divino: è solo una somma di entità animali che la Legge dell'Evoluzione non potrà mai portare alla perfezione.


Le entità animali hanno pieno diritto di entrare nelle matrici animali di cani, cavalli, maiali, ecc., e ciò non lo possono proibire i fanatici del dogma dell'evoluzione, anche se urlano, maledicono ed inveiscono.


Questa è la dottrina della metamorfosi o metempsicosi di Pitagora e si fonda sulle stesse leggi della natura.


Ne L'Asino d'Oro di Apuleio troviamo completamente do-cumentata la dottrina di Pitagora.


Apuleio narra che nella Tessaglia delle stregonerie le pietre non erano altro che uomini pietrificati; gli uccelli, uomini con le ali; gli alberi, uomini con le foglie; le fonti, corpi umani che sanguinavano una linfa chiara …


Ammirevole modo simbolico di rappresentare il fatto, indubitabile per ogni occultista, che le diverse entità costituenti l'io pluralizzato possono reincorporarsi in organismi di bestie o entrare nel regno minerale, vegetale, ecc.


Giustamente i mistici cristiani parlano con amore della sorella pianta, del fratello lupo, della sorella pietra.


L'iniziato tedesco Rudolf Steiner afferma che nell'epoca polare esisteva solo l'uomo e che gli animali comparvero più tardi; essi si trovavano dentro l'uomo e furono scartati dall'uomo.


Questi animali erano le diverse parti o entità dell'io pluralizzato degli uomini originali, entità che essi eliminarono dalla loro natura interna e che, a causa dello stato protoplasmatico della Terra di quell'epoca, giunsero fino alla cristallizzazione fisica attuale.


Questi uomini polari ed iperborei dovettero eliminare queste entità animali, quest'io pluralizzato, per convertirsi in uomini veri, in uomini solari.


Alcuni individui sono animali a tal punto che, se gli venisse tolto tutto ciò che hanno di animale, non rimarrebbe niente.


Saturno è il pianeta della morte e si esalta nel Capricorno.


Questo segno è simboleggiato dal capretto, come per ricordarci la pelle del caprone —gli animali intellettuali con pelle di caprone—, ossia la necessità di eliminare ciò che abbiamo di bestiale in noi, le entità animali che portiamo dentro.


La pietra del Capricorno è l'onice nera ed ogni pietra nera in generale, il suo metallo è il piombo e il giorno il sabato.


Di sabato le streghe del Medio Evo celebravano i loro orribili sabba; tuttavia il sabato è anche il settimo giorno tanto sacro ai giudei: Saturno è vita e morte.


La strada della vita è formata dalle orme degli zoccoli del cavallo della morte.


Le correnti magnetiche che salgono dalla terra, dopo essere passate dal setaccio dei piedi, continuano lungo i polpacci e, nel giungere alle ginocchia, si caricano con il piombo di Saturno; così acquisiscono solidità, forma e forza.


Non stiamo parlando del piombo al suo stato grossolano; parliamo del piombo allo stato colloidale, sottile.


Le ginocchia possiedono una meravigliosa sostanza che permette ad un tale semplice e straordinario ingranaggio osseo il libero movimento.


Questa sostanza è la famosa “sinovia”, che viene dalla radice “sin”, che significa con, e da “ovia”, uovo; dunque, sostanza con uovo.


L'uovo è molto utilizzato nella scienza Jina e di ciò abbiamo già parlato nella seconda edizione del Trattato Esoterico di Teurgia.


Pratica zodiacale


Durante il segno del Capricorno immaginate una bara o feretro per terra.


Camminate sopra questa bara immaginaria visualizzandola però tra le gambe.


Nel camminare piegate le ginocchia, come per evitare l’ostacolo, come per passare le gambe sopra la bara, ma facendo girare le ginocchia da destra verso sinistra, con la mente concentrata su di esse e con la ferma intenzione di caricarle col piombo di Saturno.


I Maestri massoni possono capire molto bene questa pratica di Saturno, giacché si tratta degli stessi passi che il Maestro massone compie per entrare nella Loggia.


I nativi del Capricorno hanno disposizione per la pedagogia, hanno un gran senso del dovere, sono pratici per natura e nella loro vita passano sempre per una grande sofferenza: qualcuno li tradisce.


Le donne del Capricorno sono delle magnifiche spose, fedeli fino alla morte, diligenti, lavoratrici, soffrono fino all'indicibile, ma nonostante tutte queste virtù, il marito le tradisce, le abbandona, spesso perfino contro la loro volontà; purtroppo è il loro karma.


Alcune donne del Capricorno si uniscono ad altri uomini, ma questo solo quando sono già state abbandonate dal marito e dopo aver sofferto spaventosamente.


Gli uomini e le donne del Capricorno sono piuttosto egoisti, ma non tutti quanti; ci riferiamo al tipo inferiore del Capricorno.


A causa di ciò, di questo egoismo, contraggono molti compromessi e si riempiono anche di nemici.


I nativi del Capricorno si attaccano moltissimo alle cose, al denaro, ed alcuni diventano persino avari.


Il Capricorno è un segno di terra, fisso, stabile.


Tuttavia i nativi del Capricorno realizzano molti viaggi anche se corti.


I dolori morali del Capricorno sono terribili, soffrono troppo; fortunatamente il loro senso pratico della vita li salva e ben presto sorpassano le peggiori amarezze dell’esistenza.


Tratto liberamente dal testo "Trattato esoterico di Astrologia Ermetica" di Samael Aun Weor


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